SEMOVENTE M36 - pag. 1

Nel settembre 1942 l'US. Army aveva iniziato ad equipaggiare i propri reparti specializzati nella lotta controcarro con il nuovo semovente M10 armato con un cannone da 76 mm M7 ma già a quell'epoca appariva evidente che l'evoluzione delle corazze dei carri avversari avrebbe ben presto costretto la Forza Armata a dotarsi di un nuovo veicolo armato con un ben più potente cannone. Candidato ideale per questo nuovo ruolo appariva il cannone antiaereo da 90 mm M1 tanto che nell'aprile 1942 venne costruito il primo prototipo del nuovo veicolo basato su di una torretta montata direttamente sullo scafo di un carro M4 ed armata con questo cannone. Per valutare l'installazione su di un veicolo corazzato vennero modificati due esemplari del cannone M1, successivamente tale nuova arma venne standardizzata con la sigla provvisoria T7 per diventare definitivamente il modello M3. Uno di questi due cannoni venne montato sul prototipo del semovente M10 al fine di valutare la possibilità di convertire parte della produzione di questo veicolo ed in effetti non insorsero particolari problemi che suggerissero il contrario. Si decise comunque di valutare la possibilità di realizzare una nuova torretta perché la torretta dell'M10 presentava non pochi problemi di equilibratura che sconsigliavano di continuare ad utilizzarla. L'incarico di realizzare la nuova torretta venne affidato alla Chevrolet. Il 9 dicembre 1942 il veicolo venne standardizzato come "90 mm Gun Motor Carriage T71" qualora basato sullo scafo del semovente M10A1 (dotato del motore a benzina Ford GAA) e "90 mm Gun Motor Carriage T71E1" qualora basato sullo scafo del semovente M10 (dotato del motore diesel General Motors 6046 realizzato unendo due motori commerciali GM 6-71). Nel 1944 di questi modelli venne standardizzato solamente il primo che divenne 90 mm Gun Motor Carriage M36", ciò a causa del fatto che l'US Army era intenzionato a dotarsi solo di carri alimentati a benzina. Sempre nel 1944 comparve anche la versione M36B1 realizzata montando la torretta dell'M36 su di un normale scafo del carro M4A3. La produzione dell'M36 fu complessivamente, fino al dicembre del 1944 quando cessò, di 1.400 esemplari. Nel maggio 1945, a causa della continua richiesta delle truppe in Europa, la linea di montaggio venne riaperta ma a causa della carenza di scafi M10A1 si dovette utilizzare per forza di cose quelli dell'M10, nacque quindi la versione M36B2 che venne realizzata in 672 esemplari.

Era previsto che il cannone dell'M36 fosse dotato di un freno di bocca a due luci (identico a quello montato sull'M26 Pershing) ed in effetti le modifiche necessarie per il suo montaggio vennero introdotte su tutti i veicoli dopo i primi seicento consegnati. Di fatto però il freno non venne mai montato dato l'alto numero di ore di lavoro richiesto per l'operazione. A questo fanno eccezione gli M36B2 che ricevettero il freno già in stabilimento. In occasione della guerra in Corea alcuni semoventi vennero dotati del cannone M3A1 dotato di un freno di bocca ad una luce e di evacuatore del fumo.

L'Esercito Italiano ha avuto in dotazione l'M36 e (in pochissimi esemplari) l'M36B1, non risultano invece in servizio M36B2. I semoventi utilizzati dall'EI presentavano sia il primo cannone M3 che l'M3A1.

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Descrizione del quadro strumenti del pilota

VISTE GENERALI

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La quasi totalità delle immagini presenti in queste pagine sono tratte dall'edizione italiana del manuale americano TM 9-758 stampato nell'aprile 1944. Questo manuale era in carico alla 4^ Batteria del CII Gruppo inquadrato nel 155° Reggimento Artiglieria Semovente C.C. L'edizione italiana risale al 1952. Sul retro di copertina il manuale riporta il numero 105903, forse il numero di targa del semovente cui era associato il volume.

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Alcune viste complessive del carro presentato come di consueto sui manuali americani. Ancora una volta in queste edizioni sono presenti foto provenienti da prototipi o da veicoli di serie. Tutte le foto rappresentano un veicolo standard eccettuato la prima in alto a destra che ritrae un semovente appartenente alla preserie e riconoscibile dalla rizza posteriore per il fissaggio del cannone in posizione di trasporto. In questo caso essa è del tipo fisso installata sul cofano motore ed identico a quella montata sulle prime serie del semovente M10 dal quale l'M36 deriva. In un secondo momento essa fu sostituita con un tipo abbattibile fissata alla paratia posteriore dello scafo. In queste foto il semovente è equipaggiato con il cingolo a maglia in gomma T41.

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Alcune immagini di un M36 conservato presso la Brigata Corazzata "ARIETE". Si tratta di uno degli esemplari consegnati all'Italia dopo alcuni lavori di miglioramento effettuati agli inizi degli anni '50 negli Stati Uniti. In queste foto il semovente è equipaggiato con il cingolo a maglia in gomma T48 in gomma con disegno migliorato per aumentare l'aderenza su terreni soffici.

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Sezione del semovente dalla quale si può apprezzare la collocazione delle principali componenti.

IL TRENO DI ROTOLAMENTO
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L'M36, derivato dal carro M4 Sherman, ne ereditava moltissime componenti tra cui l'intero treno di rotolamento. si noti che qui, come in molti degli Sherman in servizio nell'EI, le ruote sono del primo tipo caratterizzate dai fori di alleggerimento. La ruota motrice è invece dell'ultimo tipo caratterizzata dall'assenza dei foro per l'evacuazione del fango.

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Come detto nel manuale sono presenti immagini di componenti appartenenti ai veicoli di altre versioni. Qui per visualizzare le operazioni necessarie alla sostituzione di un cingolo, è addirittura utilizzata una foto che ritrae il primo tipo di sospensione utilizzata all'inizio della produzione dello Sherman ed identiche  a quelle installate sul predecessore M3. In realtà l'M36 non montò mai tale tipo di sospensioni e la foto viene utilizzata solo perché le operazioni restavano le stesse indipendentemente dalla sospensione montata. la ruota motrice è quella con i fori per l'evacuazione del fango.

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Ancora un'immagine di un tipo di sospensione utilizzata per un breve periodo sullo Sherman ma non sull'M36. Si noti la differente forma della piastra superiore con funzione guidacingolo. In questo caso le ruote sono del tipo pieno.

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Su tutti i carri americani dotati di maglia piatta in gomma era possibile installare ogni nove o dieci maglie del cingolo dei dispositivi metallici per migliorare l'aderenza su terreni soffici denominati "grouser". Normalmente essi venivano stivati su delle rastrelliere poste ai lati dello scafo. Questo tipo di grouser era quallo motato sul cingolo T41, il modello successivo T51, sempre con maglia piatta in gomma, era dotato di grouser con disegno leggermente diverso.

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La parte posteriore del semovente mostra la rizza di fissaggio del cannone del tipo abbattibile e il caratteristico deflettore posteriore montato sui carri dotati di motore Ford GAA subito davanti ai tubi di scarico e destinata a diminuire il sollevamento di polvere durante la marcia. Su questo semovente la forma del deflettore è leggermente diversa da quella standard che non presentava l'incavo al di sopra del gancio di traino.

LO SCAFO
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Le rastrelliere laterali destinate ad ospitare i dispositivi di miglioramento dell'aderenza (grouser).

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Sui due lati dello scafo erano presenti delle rastrelliere per stivare delle maglie di riserva del cingolo.

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I due fanali anteriori come mostrati nel manuale. Quello sinistro poteva essere sostituito da un fanale oscurato trasportato all'interno del carro a fianco del posto di guida. Il piccolo tubo posto a lato della protezione metallica serviva ad ospitare in tappo destinato a chiudere l'alloggiamento del faro quando esso non era montato per evitare che si rovinasse.

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Schema dell'impianto elettrico dello scafo.

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Sul lato destro era stata ricavato l'alloggiamento per l'installazione dell'antenna radio. La scatola a lato è il contenitore standard dei carri americani per il kit di pronto soccorso. Tale contenitore venne installato sugli M36 solo dopo la Seconda Guerra Mondiale.

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Particolare del contrappeso della torretta necessario ad equilibrare la massa del cannone  M3 da 90 mm. La colorazione del fanale posteriore è totalmente errata ed è stata fatta solo per affrettare il procedimento.

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Sul fondo dello scafo erano praticati vari fori che permettevano il drenaggio dell'olio della trasmissione e dell'acqua depositatasi sul fondo dello scafo. Altri fori con analoga funzione erano presenti nella parte posteriore.