IL 10° BTG. CR. "M.O. BRUNO"

ALCUNE NOTIZIE SULLA COSTITUZIONE, I FATTI D'ARME, LO SCIOGLIMENTO

20 dicembre 1940 - 8 dicembre 1942

Le notizie che seguono sono state estrapolate da un opuscolo redatto il 28 agosto 1986,
dal 10° Btg. cr. M.O. Bruno in base ai racconti del 1° Cap. Ezio CEREDA, Aiutante
Maggiore del Battaglione in A.S. e da copie delle relazioni di guerra inviate dal Magg. PINNA
dal Ten. Col. MARETTI dal Cap. CEREDA stesso e da altri Ufficiali del Battaglione ai
rispettivi Comandi di competenza.

Esse sono state inviate a FERREA MOLE da Giuseppe Iuliano che ringrazio per la sua collaborazione a far meglio conoscere la storia di questo glorioso Reparto carrista.

IL X BATTAGLIONE HA RISPOSTO ALLA CHIAMATA DELLA PATRIA, HA SERVITO CON GENEROSITA', LEALTA', DEDIZIONE FINO AL PROPRIO ANNIENTAMENTO, HA COMBATTUTO CON UMILTA' PER IL BENE DELLA PATRIA E PER UNA INDISCUTIBILE RICONFERMA DELL'ONORE MILITARE .

DAL FRONTE DI EL ALAMEIN, LA SERA DEL 4 NOVEMBRE 1942, IL X BATTAGLIONE C.M. 14/41 NON SI E' RITIRATO.

E' RIMASTO LA' IN SUBLIME RESISTENZA AD OLTRANZA.

Il X Battaglione Carri Medi 13/40 viene costituito il 20 dicembre 1940 con elementi del 1° Reggimento Carrista di Vercelli, al comando del Magg. Giuseppe PONZINI ed inviato, come Battaglione autonomo, a Novi Ligure, dove riceve materiali e mezzi secondo le tabelle organiche.
Il 16 maggio 1941 il X Btg. si trasferisce a Gignese, in provincia di Novara per l'addestramento in terreno collinoso montano, rimanendovi fino al 13 luglio 1941. In questo periodo di tempo, gli uomini si fondono fra loro in una sempre migliore conoscenza reciproca che forma la prima anima del Battaglione.
Il 14 luglio 1941 il Battaglione si trasferisce per ferrovia a S. leonardo di Campagna, nella piana del Meduna Cellina e passa a far parte del 133° Reggimento Fanteria Carrista della Divisione Littorio.
Il 13 ottobre 1941 assume il comando del X Battaglione il Magg. Luigi PINNA e intorno al 10 di novembre il Battaglione si trasferisce a Casarsa della delizia per la partecipazione ad esercitazioni, anche notturne, con la Divisione Littorio.
Il 14 dicembre 1941 il X Battaglione raggiunge per ferrovia Mesagne, fra Brindisi e taranto, in attesa della partenza per il teatro operativo in AAfrica settentrionale. A fine dicembre tutti i mezzi vengono spediti in A.S., parte da Brindisi, parte da Napoli.
Il 13 gennaio 1942 il Battaglione giunge a Castelbenito in Libia e successivamente, al Comando Tappa di Tripoli giunge la notizia che tutti i mezzi e i materiali del Battaglione sono stati assegnati al Ten. Col. MARETTI, Comandante del 132° Reggimento, attestato sulla posizione di Aghelia alla fine del secondo ripiegamento. Stante la situazione, il Magg. PINNA ottiene dal Comando Superiore A. S., che il X Battaglione rimanga intatto negli effettivi e, insieme al Cap.Alberto ISACCHINI, parte per l' Italia (18 gennaio 1942) per organizzare il rimpiazzo di tutti i mezzi.
Dopo una ventina di giorni, il Magg. PINNA rientra dall'Italia e porta con se la notizia che di lì a poco il Battaglione sarà dotato dei nuovi carri M14/41. Per questo il Battaglione cambia anche ufficialmente nome ed assume quello di X Battaglione Carri Medi 14/41.
Il 21 aprile 1942 il Battaglione viene assegnato al 132° Reggimento Carrista della Divisione Ariete e subito dopo Pasqua, viene inviato in zona di operazione. Il 5 maggio il Battaglione parte da Leptis Magna; il 10 è a Agedabia; il 12 a barce e il 13 al Villaggio Berta. Il 14 maggio il Battaglione raggiunge la zona di raccolta di Segnali Nord.
25 maggio 1942, il Battaglione è pronto ad iniziare il ciclo operativo. E' composto da 24 Ufficiali, 465 tra Sottufficiali e Truppa, 51 carri 14/41, 17 Lancia 3 RO, 12 rimorchi Viberti, 8 SPA Dovunque, 9 Moto Alce, 11 Trialce, 2 Autofurgoni 1100, 1 Trattrice Breda e 1 Autofficina 38. Nel pomeriggio del 26 maggio il Battaglione inizia il movimento da Segnali Nord e dura tutto il pomeriggio e la notte. Due Compagnie Carri, con il Comandante di Battaglione, sono a disposizione del X Corpo d'Armata, in appoggio alle fanterie e si riuniranno al resto del Battaglione in zona Bir Hacheim verso le 03.30 del 27 maggio. L'attacco viene iniziato insieme al VIII e IX Battaglione in prima schiera ma poco dopo la 7^ Compagnia viene fatta intervenire per colmare uno spazio formatosi fra i due Battaglioni fortemente osteggiati dalla reazione nemica. Purtroppo la 7^ incappa in un campo minato e per la violenta difesa nemica, le perdite sono rilevanti. Tuttavia il movimento continua con estrema decisione. Gravi le perdite: morti il Comandante della 7^, Cap. Osvaldo TERNI ed il Comandante del 1° Plotone, S.Ten. Ezio FRANCESCHINI, primo caduto del Battaglione. In questa prima azione, battesimo del fuoco durissimo, il X battaglione subisce 3 morti, 2 feriti, 42 dispersi e 15 carri.
Il caposaldo nemico viene comunque travolto e il X Battaglione, con il resto del Reggimento, continua l'avanzata nel pomeriggio osteggiato dal ghibli, da tiri di artiglieria nemica e forti bombardamenti aerei su tutto il carreggio e l'officina. In questa azione (Rughet El Atasc), il Ten. Col. MARETTI, Comandante del 132° Reggimento, rimane ferito ed il comando passa, per alcuni giorni, al Magg. PINNA.
Verso le ore 20 di questo primo giorno di combattimenti, il Battaglione, passato in primo scaglione e seguito dai resti dell'VIII e IX Battaglione, giunge in zona Bir El Harmat.
Il 28 maggio 1942 è giornata di forti combattimenti volti soprattutto a disarticolare e sconfiggere i ripetuti attacchi nemici intesi ad arginare l'avanzata attaccando il Battaglione dal rovescio. La reazione tempestiva e decisa del Battaglione, rende però vani i tentativi avversari. Un episodio dei tanti avvenuti in questa giornata di fuoco: l'8^ Compagnia, al comando del Ten. Carlo ROMBOLA', è in testa alla colonna diretta ad el Cherma. Subisce perdite da fuoco di artiglieria quando i carri entrano in una zona minata. Il 2° Plotone, al comando del S.Ten. Francesco VIGLIONE, sboccato per primo dalla zona minata, attacca e cattura due camionette nemiche con cannoni. Catturati gli uomini, li mette in riga e in attesa dell'arrivo dei bersaglieri per il rastrellamento, impone loro degli esercizi con comandi "hands up, hands down" e poiché vicino al gruppo cadono ancora cannonate, alla loro evidente angoscia incalza: "non abbiate paura, tanto sono granate vostre". Anche sul carreggio la reazione avversaria è fortissima; bombardamenti e mitragliamenti, distruggono diversi automezzi provocando morti e feriti e la distruzione di quanto era rimasto dell'officina.
Il 29 maggio 1942 il Battaglione si riunisce con l'8° Reggimento Bersaglieri sul costone di Hagiag Es Sidra, circa 5 Km a nord di Bir El Tamar e di lì, per esplicita richiesta del Comandante ROMMEL, porta la propria azione a sostegno dei reparti di artiglieria tedesca, stretti da vicino da forze inglesi e sul punto di cadere. A seguito dell'azione del Battaglione, le forze inglesi, che si trovano a 500 metri dagli Alleati tedeschi, arretrano di circa 2 Km. Il nemico, riorganizzatosi, sferra un nuovo attacco che viene respinto anche grazie all'azione dei semoventi del V Battaglione semoventi. Altri attacchi si ripetono per tutta la giornata ma vengono regolarmente respinti.
Nelle giornate seguenti, fino al 4 giugno 1942, nessuna particolare novità, salvo i soliti tentativi inglesi di attacco con i carri anche se in quelle giornate si susseguivano intense giornate di combattimento con le forze inglesi che cercavano di rompere il cerchio entro il quale stavano le loro 1^ e 150^ Brigata contenute dalla Divisione Trieste, la 90^ Divisione Leggera Tedesca, la 15^ e 21^ Panzerdivisionenen e la Divisione Ariete.
Nella notte tra il 4 e 5 giugno il Battaglione, sotto il fuoco dell'artiglieria avversaria, si sposta da Hagiag Es Sidra verso la zona di Bir El Haslag. Il mattino del 5, si trova così a fronteggiare un massiccio attacco della fanteria e dei carri nemici. La giornata si conclude con un successo ma le perdite sono gravi. 3 carri sono distrutti e cadono in battaglia il S. Ten. Radivoj Tavchar, il Serg. Magg. De Luca e i carristi Ghinzelli e Corrado. Il Cap. Alberto Isacchini, Comandante della 9^ Cp., è ferito insieme al S. Ten. Giuseppe Rampini.
Il movimento del Battaglione si arresta sul costone di Bir El Haslag.
Il 6 giugno il Battaglione inizia lo spostamento per il quadrivio di Trig Capuzzo - Trig Bir Hacheim. Il movimento è fortemente ostacolato dalla reazione del fuoco delle artiglierie, dei controcarro e delle fanterie inglesi.
Il 7 giugno si prosegue nel movimento verso est e alle 18.00, si raggiunge il quadrivio che viene presidiato con fronte ad oriente. La reazione avversaria è sempre rabbiosa e alla fine della giornata le perdite sono di 3 morti e diversi feriti.
L'8 giugno il fuoco delle artiglierie avversarie si abbatte intensamente sullo schieramento e nel pomeriggio il Battaglione si schiera sulla destra del IX Battaglione prolungandone lo schieramento. In questa occasione il Magg. Pinna viene ferito e lascia così il comando al Cap. Anito Cervio già decorato di M.A.V.M. nella guerra di Spagna.
A sintesi delle gloriose giornate operative del Battaglione, è rilevante quanto dichiarato dal Gen. DE STEFANIS, Comandante della Divisione Corazzata Ariete: " Nelle dure vittoriose giornate combattute a cavallo dei Trig Capuzzo - Trig Bir Hacheim - Enver Bey, il X Battaglione C.M. 14/41 ha salvato più di una situazione seriamente compromessa, ed ha costituito l'elemento di forza sul quale in ogni condizione ho potuto fare sicuro affidamento".
L'operazione controffensiva inglese si disarticola, lascia finalmente spazio alla eliminazione della spina di Bir Hacheim, che cade il 10 giugno. Le forze italo tedesche si buttano all'inseguimento degli inglesi senza però riuscire a tagliare la strada costiera fra Ain El Gazala e Tobruk ma si dispongono ad investire la temibile piazzaforte che cade il 21 giugno 1942, dopo fortissimi attacchi aerei e terrestri. La resa di Tobruk determina una vera ondata di entusiasmo anche per la rapida ritirata verso il confine egiziano delle unità inglesi.
Alle 07.00 del 22 giugno, il Battaglione muove verso Sidi Muftah e verso le 03.00 del 23, giunge a Gabr Saleh. Nello stesso pomeriggio si riprende il movimento per raggiungere, alle 22.00 il confine egiziano.
Il 24 giugno il Battaglione inizia il movimento alle 07.00 e passa il confine in zona Sidi Omar, sostando per la notte a una quindicina di Km più ad oriente.
Il 25 giugno, a causa del tiro delle batterie inglesi, viene ferito il Ten. Carlo Rombolà. Nella notte, mentre il Battaglione è fermo in una zona tra la ferrovia e Bir Ebna, per un intenso fuoco di artiglieria che dura dalle 22.00 alle 01.00 del giorno successivo, rimangono colpiti a morte il carrista Buratti e feriti gravemente i carristi Alessio, Iamoni e Palotti. Vengono anche distrutti due motomezzi e due autocarri.
Il 26 giugno la R.A.F. effettua un violentissimo bombardamento aereo che provoca la morte del Gen. C.A. E. Baldassarre e dei suoi accompagnatori. Terminato il bombardamento e ripreso il movimento, verso le 17.00 il Battaglione sosta in una zona di deserto con una vasta conca ma, un altro bombardamento aereo, provoca altre perdite. Il S. Ten. Giuseppe Rampini, il Serg. Magg. Francesco Manara e il carrista Del Zotto, rimangono uccisi mentre rimangono feriti il Cap. Anito Cervio e il carrista Bergamaschi. Ormai il Battaglione è vicinissimo a Abiar l Kenays, sulla carovaniera Marsa Matruh - Siwa dove rimane per tutto il giorno seguente.
Il 28 giugno, dalle 00.30 alle 02.30, ancora violentissimi bombardamenti aerei che, fortunatamente, non provocano perdite.
In questi giorni viene assegnato il nuovo Comandante di Battaglione, il Magg. Umberto De Flammineis e cade la città di Marsa Matruh.
Il 30 giugno (nella notte), vengono avvistati alcuni carri inglesi che aprono il fuoco con cannoni e mitragliatrici provocando alcuni feriti. Verso le 11.30 si riprende il movimento fino a raggiungere la zona di Alam-Abu-Busat. Il giorno seguente il Battaglione prosegue nel movimento.
Il 2 luglio è caratterizzato da intensi attacchi aerei ad intervalli di circa 1 ora e la stessa cosa avviene anche il giorno seguente insieme a violenti attacchi di artiglieria e fanteria, dimostrando che le linee di rifornimento avversarie non sono lontane mentre quelle italiane sono ormai lontanissime. I combattimenti, sempre più violenti, portano al ritiro dei carri ordinato dal Comando Divisione verso le 10.00 del giorno 3 luglio. Purtroppo questo giorno segna, in pratica, l'arresto dell'avanzata delle forze italo tedesche su una linea nella strettoia fra il mare e la depressione di El Qattara. I Reparti si schierano in linea e il Battaglione, fino a quel momento ha subito le perdite di:
- Caduti: 24;
- Feriti o dispersi: 122;
- Carri: 46.
Le giornate che seguono continuano a vedere i soliti bombardamenti notturni e gli attacchi aerei che però non provocano perdite eccessive.
Il 27 luglio i carri sono 25 e il 12 agosto se ne aggiungono altri 2. Queste giornate passano tra i soliti bombardamenti ed addestramenti vari.
Il 25 agosto alle 19.00, il Battaglione viene allertato ed inizia il movimento per la battaglia, poi detta, di Alam El Halfa. Forti bombardamenti, campi minati difesi dalle armi in postazione, ritardano il movimento. Cade il cap. magg. Stacchiotti e rimangono feriti il cap. magg. Impavidi e il carrista Beltrami.
La situazione generale poneva contro le forze italo tedesche (90^ leggera, XX C.A., 21^, 15^ Panzerdivisionen e Gruppo esplorante) la 7^ Brigata motorizzata, la 4^ Brigata corazzata , la 7^ Divisione corazzata e le 22^ e 23^ Brigata corazzata. L'intera manovra veniva così compromessa e giungeva quindi l'ordine di rientro.
Comincia così un periodo di assestamenti e spostamenti del Battaglione nella zona meridionale del fronte che porta alla sistemazione dello stesso in zona Racabet El Retem. I carri vengono parzialmente interrati in posizione difensiva e alla fine di agosto il numero degli stessi sale a 37 grazie al lavoro dei meccanici. Giungono anche dei complementi ma la forza del Battaglione è in ogni caso scarsa rispetto agli organici.
Verso le 18.00 del 23 ottobre, si presentano al Battaglione 3 Sottotenenti tra cui il S.Ten. Pietro Bruno e alle 21.40, improvvisamente, il tuono dei cannoni inglesi rompe il silenzio della notte. Il Battaglione è immediatamente in allarme ma non è direttamente interessato alla battaglia fino al 2 novembre.
Il 2 novembre, verso le 15.00, giunge l'ordine di tenersi pronti a muovere. La forza del Battaglione è di 16 Ufficiali, 49 Sottufficiali, 207 graduati e truppa, 37 M 14/41, 22 autocarri, 3 motocicli Alce. Alle 17.00 arriva l'ordine di muovere per immettersi sulla pista del XX C.A. e durante il movimento fino a Pass For cars, che viene raggiunto verso le 06.00 del 3 novembre, 9 carri si fermano per avaria. Nella mattinata del 3 novembre solo 28 carri giungono a Deir Abu El Marakiz.
Nella notte sul 4 novembre, giunge l'ordine di spostamento in direzione sud-ovest con schieramento nella zona compresa fra Deir El Murra e quota 53. Alle 05.30 il Battaglione è nella posizione assegnata con le tre Compagnie in linea. Verso le 05.45, si presentano all'orizzonte, verso nord-est, numerosi mezzi corazzati nemici, che con notevole appoggio di artiglieria, iniziano una forte pressione sul lato sinistro dello schieramento. Alle 07.30 giunge via radio l'ordine di resistere ad oltranza mentre la massa nemica raggiunge, forse, i 250 mezzi corazzati contrapposti ai circa 111 più 12 semoventi. Verso le 08.00, inizia un violentissimo fuoco di preparazione di artiglieria ed un vigoroso attacco di carri. Già verso le 09.00, la situazione era insostenibile. Solo il fuoco dei semoventi era di una certa efficacia contro i carri Sherman che attaccavano. Il Battaglione teneva la linea, finché giunto ordine scritto di ripiegare lentamente, si riposizionava circa 1 Km a sud- ovest della precedente posizione. In questa manovra di ripiegamento, prende vita l'episodio del S. Ten. Pietro Bruno, che già ferito alla spalla, incita i propri carristi e li conduce all'attacco delle forze avversarie venendo ferito nuovamente alla fronte da scheggia di granata, finché il carro, centrato in pieno, non si trasforma in una bara ardente. Alle 11.30 altro violento attacco avversario preceduto dalla solita azione delle artiglierie e per uno spostamento del IX Battaglione, alle 14.00, solo 12 carri del X Battaglione, tengono il fronte verso nord. Una nuova autorizzazione scritta a retrocedere di 500/600 metri porta il Battaglione all'altezza del IX . In 9 ore di combattimento il X Battaglione ha perso 22 carri. Giunge l'ordine di ripiegare su quota 78 insieme al IX, così i soli 6 carri superstiti, insieme a 2 semoventi del V iniziano il ripiegamento. Va ricordato che verso le 15.30, era partito il famoso radiogramma: "Carri nemici penetrati a sud, conseguentemente "Ariete" è circondata. Carri "Ariete" combattono".
Finisce così la resistenza del X Battaglione M 14/41 con l'incontro, verso le 24.00 del 4 novembre, degli ultimi 5 carri superstiti della immane battagli a con i Comandanti del IX e XIII Battaglione . Ordine: raggiungere a nord la strada costiera.
Il carreggio del Battaglione, inizia il ripiegamento agli ordini del Cap. Ezio Cereda verso Fuka, dove giunge verso le 06.00 del giorno seguente . Lo stesso si mette alla ricerca dei carri superstiti del Battaglione che in marcia notturna verso nord vengono accerchiati e distrutti da una colonna inglese. Il Cap. Cereda riprende il movimento verso Sirte dove incontra il Cap. Grata che aveva assistito alla fine degli ultimi carri del Battaglione.

PERDITE DEL BATTAGLIONE A TUTTO IL 5 NOVEMBRE 1942:

UFFICIALI: 20
SOTTUFFICIALI E TRUPPA: 365
CARRI ARMATI: 46 IN BATTAGLIA, 5 NELLA SACCA TRA LE POSIZIONI DI EL ALMEIN E AL DABAA

ERANO PARTITI:

UFFICIALI: 24
SOTTUFFICIALI E TRUPPA: 465
CARRI ARMATI: 51

Motivazione della Medaglia d'Oro al Valor Militare al S. Ten. (cr.) Pietro Bruno

COMANDANTE DI PLOTONE CARRI M. 14/41, CON INDOMITO VALORE TRACCIO' AI SUOI EQUIPAGGI LA DURA VIA DELLA VITTORIA E DEL SACRIFICIO. IN AZIONE DI RICOGNIZIONE OFFENSIVA, ATTACCATO DA NUMEROSI MEZZI CORAZZATI AVVERSARI, ALLA TESTA DEL REPARTO, ACCETTAVA L'IMPARI LOTTA SOPPERENDO ALL'ESIGUITA' NUMERICA CON ABILI TEMERARIE MANOVRE. BENCHE' FERITO ALLA SPALLA DESTRA, PROTRAEVA CON AMMIREVOLE TENACIA LA VIOLENTA AZIONE FINO AL TERMINE DELLA ARDUA MISSIONE RIFIUTAVA QUINDI DECISAMENTE D'ESSERE AVVIATO ALLA BASE IN PREVISIONE DEL NUOVO IMPEGNO DEI SUOI CARRISTI. IL GIORNO SUCCESSIVO IMPEGNATO IN ASPRI E CRUENTI SCONTRI CONTRO SOVERCHIANTI FORZE CORAZZATE, SOSTENEVA, PUR ESSENDO MINORATO FISICAMENTE, IL FORMIDABILE URTO ALIMENTANDO NEI PROPRI EQUIPAGGI, CON LA SUA SERENITA' E FERMEZZA, SPICCATO SPIRITO AGGRESSIVO. PRESCELTO PER LA SUA ABITUALE ARDITEZZA A PROTEGGERE LA MANOVRA DI SGANCIAMENTO DEL BATTAGLIONE CUI APPARTENEVA, SI SLANCIAVA DECISAMENTE COL SUO PLOTONE RINFORZATO DA UNA SEZIONE DI SEMOVENTI, SUL FIANCO DEL DISPOSITIVO AVVERSARIO. CONSCIO E FIERO DELLA GRAVE MISSIONE AFFIDATAGLI, SDEGNANDO OGNI PERSONALE PERICOLO, SI SPORGEVA DALLA TORRETTA INCITANDO GLI EQUIPAGGI A PIU' SERRATA LOTTA. PIU' VOLTE INVESTITO DA VIOLENTA REAZIONE DI FUOCO AVVERSARIO INSISTEVA NEL SUO MOVIMENTO E FUOCO INFLIGGENDO GRAVI PERDITE AL NEMICO SORPRESO DA TANTO ARDIRE. FERITO ALLA FRONTE DA SCHEGGIA DI GRANATA, RIMANEVA AL SUO POSTO DI DOVERE PERSISTENDO NELLA DISPERATA AZIONE. COLPITO IN PIENO IL SUO MEZZO CORAZZATO, TROVAVA GLORIOSA FINE NEL ROGO DEL PROPRIO CARRO, DIVENUTO FIAMMEGGIANTE BARA DELLA SUA GIOVINEZZA GENEROSA E ARDITA.

BIR EL ABD (A.S.) 3-4 novembre 1942

LA STORIA DEL X BATTAGLIONE C. M. 14/41 FINISCE UFFICIALMENTE IL GIORNO 8/12/1942 CON LO SCIOGLIMENTO DEL 132° REGGIMENTO.
LE NOTE DEL 1° CAP. EZIO CEREDA INDICANO PERO' LA DATA DEL 27/11/1942

I Carristi decorati del X Battaglione C.M. 14/41

­ Medaglia d'Argento al V.M.

Bracci Ercole

8^ Compagnia

Bugatti Pietro

8^ Compagnia

S.Ten. Tavcar Radivo

8^ Compagnia

Serg. Bassi Walter

7^ Compagnia

Serg. Magg. Vassallo Giovanni

9^ Compagnia

- Medaglia di Bronzo al V.M.

Cenci Carlo

Compagnia comando

Colombo Luigi

Compagnia comando

S.Ten. Franceschini Italo

7^ Compagnia

Serg. Magg. Zanotto Fermo

8^ Compagnia

Premio Otello

8^ Compagnia

Ten. Ricevuti Guido

8^ Compagnia

Ten. Viglione Francesco

8^ Compagnia

Serg. Magg. De Luca Giuseppe

9^ Compagnia

Cap. Isacchini Alberto

9^ Compagnia

Ten. Santini Giulio

9^ Compagnia

­ Croce di guerra al V.M.

Ten. Rombolà Carlo

8^ Compagnia

Pantina Vincenzo                    

Serg. Chiabotto Eugenio            

Serg. Botto Giuseppe                

­ Croce di ferro tedesca di seconda classe

Ten. Cereda Ezio

Aiutante Maggiore in 2^ del Btg.       

Ten. Macaro Giuseppe

Compagnia comando

Dellea Giacomo

8^ Compagnia

 

LA STORIA DELLA FIAMMA ROSSO BLU DEL X BATTAGLIONE CARRI M. 13/40

(di fatto in guerra con carri 14/41)

raccolta dal Ten. Col. (cr.) Maurizio Parri

 

Foto del cimelio custodito nell’ufficio del Comandante del 132° Reggimento carri

Fulgido pomeriggio festivo dell’estate 1941 a Pordenone. splendente di sole!
Sulla grande piazza antistante il palazzo del Comando della Divisione “LITTORIO” sono disposti, in bell’ordine militare, in gruppi di formazione i carri armati dei Battaglioni, che nelle vicinanze, in tanti paesi grandi e piccoli, stanno formandosi ed addestrandosi per i prossimi compiti operativi. Gli equipaggi nelle loro divise, fieri ed austeri, cogniti del loro compito.
Oggi le Donne di Pordenone offrono le drappelle e le annodano agli strumenti scintillanti dei trombettieri dei vari Reparti. Al Comando del X Battaglione carri M 13/40 esse offrono anche una bellissima “fiamma” coi colori smaglianti rosso e blu della nostra specialità carrista. A sera, al rientro del Reparto ai propri alloggiamenti a S. Leonardo di Campagna, il Comandante, signor Maggiore Luigi PINNA, consegna la fiamma all’Aiutante Maggiore del Battaglione che la conserva, come luogo più degno, in un cassetto della sua scrivania in Maggiorità.
Un certo giorno la scrivania viene issata ed imbullonata su un Lancia 3 RO nuovo dì trinca, adibito alla maggiorità. Si parte. Il nostro destino ci porta, in ferrovia attraverso l’Italia, fino Mesagne, vicino a Brindisi e di lì, i materiali saranno imbarcati parte a Napoli e parte a Brindisi, iniziando un felice viaggio verso Tripoli.
La “fiamma” è sempre nel suo cassetto e procede da Tripoli fino ad Agheila, dove il Lancia 3 RO dovrebbe essere consegnato al T.Col. Maretti, comandante del 132° Rgt. Ftr. Carrista dell’ARIETE, attestato coi tedeschi sulla linea raggiunta nel ripiegamento dopo la perdita della Cirenaica ad opera degli Inglesi. Ma il Lancia 3 RO ritorna indietro, per felice iniziativa del Maggìore Pinna, digerita non senza sforzo dai Comandi superiori, e farà parte del nuovo X Btg. Carri M con carri 14/41.
Inutile parlare qui delle vicissitudini del Battaglione, della sua preparazione, della sua azione nel cielo operativo che fra la fine di maggio ed i primi dì luglio 1942 lo portano sulle posizioni di El Alamein, ridottissimo nei mezzi e negli effettivi, ma sempre solido nello spirito.
La "fiamma" inizia la sua vita il 4 novembre 1942, alla fine della fatidica giornata di cui tutti sanno. In una situazione ormai compromessa, ad avvenuto l’accerchiamento della Divisione “ARIETE” avvenuto verso le 14.30 ad opera della strapotenza inglese, manca ogni elemento di difesa fra le visibilissime colonne inglesi, che avanzano divergendo e formano un ampio cerchio attorno alla nostra posizione mai conquistata. Mancano ordini, arrivano le cannonate della nuova preparazione di artiglieria nemica.
Alle 17.30, mentre il sole tramonta sulla linea d’orizzonte del deserto, prendo l’iniziativa di formare una colonna di decine di automezzi di varie Divisioni, la Pavia, la Bologna, diverse ambulanze della C.R.I., molte grosse camionette inglesi stracolme di nostri soldati sbandati e senza direttive.
Tiro fuori dal cassetto della mia scrivania. che molto fortunosamente mi ha seguito fin là la nostra "fiamma" e la faccio issare su un’asta molto alta, dando ordine che tutti seguano l’autocarro con quel segnale in ordinata colonna.
Stupendamente collaborato dal compianto collega Ten. Giuseppe Macaro, da Piedimonte d’Alife, in questa fase di organizzazione della colonna prendo a notte già fatta la via del deserto, puntando un angolo di bussola (non ricordo quale) che derivava dalla considerazione della posizione approssimativa in deserto e dall’andamento generale della costa lontana una quindicina di chilometri verso Nord. La vediamo tenacemente battuta dall’aviazione inglese, che segue con lampioncini aerei e con la luce degli incendi la lunga colonna in ripiegamento.
Noi siamo molto più fortunati. Nessun attacco. Nessun intoppo, salvo l’incrocio con una forte colonna corazzata tedesca, essa pure senza ordini e direttive dall’alto. La mia pia intenzione è di raggiungere Fuka e verso le 5 del mattino, con mia grande meraviglia e soddisfazione mi trovo con la mia lunga colonna sulla strada litoranea, ai piedi del salto in alto che il terreno fa proprio dove c’è una striscia di atterraggio, qualche capannone e rifornimenti di carburante subito messo a fuoco da una improvvisa velocissima pattuglia di caccia inglesi proveniente dal mare e che ha per mira il lato sud della strada. Io sono già sistemato sul lato nord coi miei mezzi ben sparpagliati, e non ricevo danno di sorta.
La mia "fiamma" c’è sempre ben visibile ed ora utile a centinaia di persone.
Anche qui inutile parlare delle tappe del ripiegamento, che stabilisco di effettuare di giorno fermandomi fuori strada per la notte, la "fiamma" garrisce al vento e gode adesso delle sua buona libertà.
Arriviamo così a Sirte, dove un cartello ci indica che lì è il punto di raduntata per i reduci del 132° Carrista. Ci fermiamo. Gli altri seguitano per la strada lungo il loro destino.
Il nostro X Btg. non esiste pìù; solo pochi mezzi ed un carro in avaria del Ten. Giulio Santini, ammalato con febbre alta durante tutto il ripiegamento.
Gli ordini superiori ci portano verso occidente, fino al Villaggio Marconi. Qui con mia gioia incontro il caro amico di spensierati giochi estivi Ten. Enrico SILVANI, dell’XI Btg. della Divisione Trieste. E’ sano ed illeso, come me e sta per rientrare in Patria per proseguire gli studi universitari di medicina. Così, senza pensarci due volte e lui apertamente consenziente, gli affido la famosa "fiamma" che non sventola più ed è tornata nel cassetto; carte personali ed appunti di guerra. la mia Leica (che portavo con regolare permesso delle Autorità superiori) con incarico di consegnare il tutto a mio Padre a Milano. Il mio destino mi porta in Tunisia ed in prigionia negli Stati Uniti.
Al mio rientro, a novembre 1945, morto mio Padre alcuni mesi prima per malattia, mia Madre mi riconsegna il tutto, ed in più la Croce di Ferro di 2^ Classe con l’attestato a firma di Rommel, che un Ufficiale tedesco le aveva recapitato nel ‘43. La "fiamma" ritorna così nelle mie mani. ed a mia volta io la consegno al Ten.Col. Pinna, a Roma, dove sono andato a trovarlo al Ministero della Difesa.
Non so più niente della "fiamma" fino a quando il Sig. Generale Luigi Pinna promuove un incontro di Ufficiali del vecchio e glorioso X Btg. ad Aviano.
In quel ristretto “raduno” ci troviamo di fronte al nuovo X Battaglione Carri del ristrutturato Esercito Italiano, con i possenti mezzi cingolati, ben diversi dai nostri cari patetici M 13/40 o 14/41. Perfettamente allineati, equipaggi e truppa perfetti, agli ordini del signor Ten.Col. Antonio VIESTI, ora Gen.di C.A. Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri.
E’ esattamente il 4 novembre 1968 e durante il discorso tenuto ai carristi in armi la "fiamma" passa dalle mie mani a quelle del Generale Pinna e da questi è consegnato al Comandante del nuovo X Btg. in armi.
La “fiamma” è stata poi sempre ben custodita e passata di Comandante in Comandante del nuovo X Btg. Carri nel frattempo intitolato alla memoria del Sottotenente Pietro Bruno, Medaglia d’Oro al V.M. (alla memoria) anch’egli ufficiale del X in guerra, caduto ad El Alamein.
Ho voluto ricordare la breve storia della bella "fiamma" del decimo oggi che "chiude" per superiori disposizioni la propria fulgida esistenza. La nostra fiamma, però, resta viva, viva come allora.

Aviano, Caserma Zappalà, 25 gennaio 1991

L’Aiutante maggiore in 2^ del X Btg.cr.M.14/41
Capitano Ezio CEREDA