In queste pagine viene presentata una stupenda raccolta di distintivi dei reparti della specialità carrista che Carlo ha raccolto negli anni con paziente ricerca. Questi oggetti, forse un po' meno noti dei distintivi da braccio ma certamente non meno belli, costituiscono un'interessante e rara testimonianza dell'evoluzione dei reparti carristi fin dai primi anni del dopoguerra.
Ringrazio Carlo che ha voluto condividere con tutti noi le immagini della sua bella ed invidiabile collezione. A lui appartengono anche tutte le note esplicative se non altrimenti indicato.
I DISTINTIVI DEI CARRISTI
L'uso e la consuetudine di realizzare
distintivi metallici di reparto si è diffusa nell'Esercito soprattutto dopo il 1975, in
concomitanza con la prima "ristrutturazione" che portò alla scomparsa dei
"vecchi" e tradizionali reggimenti sostituiti dai battaglioni autonomi che ne
ereditarono nomi, tradizioni e Bandiere. Precedentemente solo nelle Truppe Alpine, e già
dal periodo antecedente l'ultimo conflitto, erano ampiamente diffusi tali distintivi,
addirittura adottati fino ai livelli Compagnia e Plotone.
Alcuni reparti delle altre Armi, Corpi e
specialità dell'Esercito avevano anch'essi realizzato dei distintivi ma tale pratica non
era diffusa ed uniforme, ma essenzialmente legata a specifiche iniziative dei reparti se
non di un singolo Comandante.
Negli anni successivi al 1975 invece, seppur
in modo non organico, quasi tutti i reparti dell'Esercito hanno adottato un proprio e
specifico distintivo metallico. E' da evidenziare che per la maggior parte il disegno di
questi distintivi riproduce lo stemma araldico dell'unità mentre sono meno diffusi quelli
con un disegno originale e caratteristico.
Anche qui possiamo fare un paragone con i
classici distintivi "alpini" dove la combinazione di pochi tradizionali elementi
caratteristici di quei reparti (penna alpina, aquila, piccozza, eccetera) e della montagna
(monti, abeti, vette innevate, stelle alpine, ecc.) unita alla fantasia ed alla capacità
artistica ha portato alla realizzazione di centinaia di magnifici distintivi, insuperati
per bellezza e cromatismo nel panorama dei distintivi dell'Esercito.
Tutti i distintivi erano comunque
"ufficiosi" non esistendo alcuna autorizzazione e regolamentazione degli stessi,
facevano eccezione solo pochissimi distintivi cosiddetti "tradizionali" che
erano contemplati anche nel "Regolamento sulle uniformi dell'Esercito": solo a
metà degli anni '80 fu intrapresa una sorta di regolamentazione dei distintivi con
approvazione degli stessi da parte dello S.M.E..
Una catalogazione, soprattutto cronologica,
dei distintivi, pur se molto difficile per motivi di varia natura, può essere a grandi
linee intrapresa secondo i seguenti parametri:
·
fino al 1985 circa i distintivi raffiguranti
lo stemma araldico sono completi, oltre che del trofeo d'armi sormontante lo scudo, dei
nastri delle decorazioni e della lista con il motto;
·
dopo il 1985, in base a disposizioni dello
S.M.E., i nastri delle decorazioni e la lista con il motto vengono aboliti e vengono
ridotte le dimensioni dello scudo (anche se questo non sempre viene osservato);
·
verso la fine degli anni '80, con
l'introduzione nel 1987 della corona turrita in sostituzione del trofeo d'armi negli
stemmi araldici, i distintivi vengono generalmente realizzati riproducendo lo scudo
araldico sormontato dalla stessa corona turrita oppure limitandosi al solo scudo araldico
(sono invece abbastanza rari i distintivi con corona turrita più la lista del motto ed i
nastri delle decorazioni) .
I "vecchi" trofei d'armi,
introdotti agli inizi degli anni '50, evidenziavano invece in maniera immediata ed
inequivocabile a quale Arma, Corpo e specialità apparteneva il reparto e soprattutto lo
identificavano immediatamente come un entità militare!
Mi sarebbe preziosa, infine, qualsiasi
informazione che mi consentisse di indicare con miglior precisione l'anno od il periodo di
adozione dei distintivi così come ogni altra utile notizia sugli stessi.